Mancano, un paio di settimane al 1 maggio festa dei lavoratori, che però continuano a morire sul lavoro e di lavoro. In questo 2022, secondo l'osservatorio nazionale di Bologna, il paese conta già 182 vittime. Numero che, quasi, raddoppia se si considera anche chi lavora in nero. Le cifre dell'INAIL riferite, però, ai primi due mesi dell'anno, contano 114 incidenti mortali, 4 soltanto ieri a poche ore l'uno dall'altro. Il primo a Sorso provincia di Sassari, Salvatore Piras operaio di una ditta edile, stava caricando ponteggi su un camioncino, quando alcuni tubi sono crollati addosso e l'hanno colpito la testa, Martedì avrebbe compiuto 23 anni. Poco più tardi, nell' ospedale di Trento dove era stato trasportato, è morto un muratore di 39 anni Sander Cerri, che stava ristrutturando un edificio quando il solaio è crollato. Nelle stesse ore a Pievesestina di Cesena, Giuseppe Venezia un autotrasportatore di 60 anni, viene travolto dai bidoni per i rifiuti che scaricava dal camion, batte la testa sull'asfalto, muore in ambulanza. Ma la giornata nera non è finita. In serata a Sirmione, nel bresciano, un operaio di origini rumene cade nel vuoto da un lucernario, stava effettuando lavori di manutenzione, inutili i tentativi di salvarlo. Dal nord, al centro, al sud in tutte le aree del paese, è una quotidiana drammatica conta. Che sia per le modalità, i tempi, i ritmi di lavoro, per le misure di sicurezza inadeguate o inesistenti, o forse per la mancanza di una reale cultura della prevenzione.