"Mi dispiace per mia sorella, mi sento anche in colpa perché lei non doveva manco essere in quella sala, io come mio compito ovviamente invito i familiari che erano ben quattro, vicino al parente a uscire dalla sala perché erano veramente tanti pazienti, 7 posti letto per 30 pazienti che ce n'erano sono veramente tanti". Ospedale San Leonardo, Castellammare di Stabia, tanto è bastato perché la familiare di un paziente aggredisse, trascinandola per i capelli, l'infermiera Maria Rosaria Procida, alla sorella Anna, infermiera anche lei arriva un pugno da un altro familiare, quattro denti spezzati il volto tumefatto. "Sto facendo questo proprio per dare forza anche ai miei colleghi, perché ogni giorno subiamo violenza, le persone purtroppo non capiscono in che condizioni lo Stato ci permette di lavorare, ci sono pochi medici e pochi infermieri, ma soprattutto pochi ospedali, perché questo è l'unico ospedale aperto nella zona". "Che cosa prova in questo momento?" "Rabbia soprattutto, dolore soprattutto psicologico, non riesco a guardarmi allo specchio". Il legale delle due infermiere chiede sicurezza. "Credo che l'istituzione dei drappelli di Polizia, delle forze di PG all'interno di ospedali, soprattutto ospedali così come dire, delicati, che abbracciano, ripeto, una vasta gamma diciamo di utenza sarebbe quanto mai necessario". I calciatori della Juve Stabia portano una rosa alle due infermiere e al medico del pronto soccorso che racconta una situazione difficile". "Sono forse 500mila abitanti in tutta la costiera, l'unico presidio aperto della zona è questo, quindi di conseguenza magari arrivano qua già insomma con questo stato d'animo, i tempi di attesa sono un pochettino lunghi". "Sicuramente non tornerò se queste sono le condizioni in cui lo Stato ci mette". "Si sente di fare un appello e a chi?" "Allo Stato, soprattutto che vengano aperti altri pronto soccorsi, devono aprire perché noi non ce la facciamo più a lavorare in queste condizioni".