Quanto visto ieri non è stato libero pensiero, è stato abuso della libertà di manifestare di chi cerca di destabilizzare uno stato di diritto. Forti le parole di Noemi Di Segni, Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il giorno dopo il corteo pro Palestina che ha visto oltre 30 agenti feriti e tra i manifestanti 1 arresto, 4 fermati, oltre 200 persone allontanate, 51 di loro con foglio di via. I palestinesi stessi sono abusati, ha detto ancora Di Segni, senza capire che i loro slogan e quello dei pro Pal, viene incanalato per arrivare alla distruzione di Israele e all'incitamento alla violenza. Al ghetto di Roma intanto rafforzate le misure di sicurezza. La situazione di guerra aperta in Medio Oriente, l'uccisione del leader di Hezbollah in Libano, le minacce dell'Iran e soprattutto una data, il 7 ottobre, hanno portato ad alzare l'attenzione. 7 ottobre 2023, giorno del sanguinoso attacco terroristico di Hamas a Israele, e quel giorno, un anno dopo, è domani. Un anno difficile non solo per gli ebrei di Israele, ma per gli ebrei di tutto il mondo, durante il quale si è assistito a un'ondata nuova di antisemitismo, odio e intolleranza. Previsti momenti di raccoglimento e ricordo, ma anche iniziative simboliche e pacifiche, come quella organizzata dalla rete studenti ebrei romani, orsi di peluche sono stati posizionati in diversi punti della capitale per ricordare i 251 ostaggi rapiti, la metà ancora prigionieri a Gaza, perché non ci si dimentichi di loro, per dare voce a chi non ce l'ha.