Lo avevano segnalato subito i Sindaci del nord che i numeri non tornavano, ben prima che il mondo intero, vedesse i camion dell'esercito trasportare fuori città i morti di covid che nessun cimitero riusciva più a contenere. Da Bergamo a Brescia, da Cremona a Piacenza, si sono concentrati in 5 province del nord Italia, soprattutto, le vittime del coronavirus. Numeri che nel mese di marzo ha certificato il rapporto elaborato dall'Istat insieme con l'Istituto superiore di Sanità, hanno toccato cifre abnormi rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A Cremona in un solo mese, si è passati dalle 86 vittime del 2019 alle 381 di quelle registrate a marzo 2020. E ora i Sindaci di questi territori chiedono di non essere dimenticati. Chiediamo adesso che ci sia da parte di Governo e di Regione una considerazione particolare. Non si può pensare che la storia di queste 5 province sia analoga alla storia di altre. L'aiuto necessario da dare a queste famiglie e a questi territori deve essere particolare, deve riconoscere questo fatto. Alcune province del nord hanno sofferto forse più del resto del Paese. “La battaglia non è ancora vinta”, ripetono i Sindaci “è forse l'emergenza ancora non del tutto rientrata ma si riparte, a piccoli passi, e soprattutto con la necessaria consapevolezza di dover imparare dagli errori del passato. Una condizione senza la quale nessuna fase due appare possibile”. La custodia e la tutela sanitaria diventano il prerequisito indispensabile per garantire anche l'efficacia degli aiuti economici e per garantire la possibilità davvero di un percorso di ripresa.