E' un acronimo, DAD e sta per didattica a distanza. Quando le scuole, hanno chiuso le porte nel marzo del 2020, nessun studente ne conosceva il significato. Pochi giorni dopo, è diventata la quotidianità per tutti. L'ISTAT ha per la prima volta, intervistato un ampio campione di alunni delle scuole secondarie nel corso dell'anno scolastico 2020/2021, quasi tutti oltre 4 milioni e 200 mila, stavano sperimentando, in quei mesi, lunghi periodi didattica a distanza. E il primo dato che emerge, è che quasi il 68% avrebbe voluto essere in classe. Seguire le lezioni dal, pc dal tablet, dal cellulare è risultato più faticoso, per oltre il 70% dei giovani. Ma se c'è riuscito l' 80% degli studenti italiani, tra marzo e giugno 2020. La percentuale di chi è stato costante nella presenza, scende al 71,4% negli stranieri. Svantaggiati dalla DAD, maggiormente, anche gli studenti del mezzogiorno rispetto a quelli centro nord quasi la metà, comunque, ha avuto problemi di connessione. Il distanziamento sociale, ha causato un crollo nella frequentazione degli amici, segnalata da oltre il 50% degli alunni. Al suo posto, ha preso il sopravvento il mondo virtuale ,con un aumento dell'uso di chat e social media del 69,5% Un terzo degli studenti, ha segnalato un peggioramento della situazione economica della famiglia. Viaggiare, è l'attività che è mancata di più, seguita dalla libertà di uscire, dalle feste, cene, aperitivi e poi dall'attività sportiva solo al 2,5%. Non è mancato proprio nulla.























