Una strada tutta in salita, quella ormai imboccata ufficialmente da ITA. L'iter costitutivo della nuova Alitalia, a poco più di un mese e mezzo dal primo volo, sembra un percorso a ostacoli. E poco importa che ora i passeggeri possano acquistare online i primi biglietti sul sito provvisorio della newco, perché per una limitazione burocratica legata al processo di certificazione necessario per avviare la commercializzazione, le destinazioni internazionali, che alla vecchia Alitalia portavano più profitto, per ora non sono acquistabili. E probabilmente non lo saranno se non a ridosso della fatidica data del primo decollo: il 15 ottobre. Poco importa che da qualche ora sia aperta la piattaforma per le nuove assunzioni da inserire nei settori volo, terra e staff, perchè dei 2.850 dipendenti previsti alla partenza da ITA gran parte saranno lavoratori della vecchia Alitalia. Assunzioni che tra l'altro non risolveranno i problemi dei quasi 11.000 dipendenti, la maggioranza dei quali è attualmente in cassa integrazione. Attualmente si prospettano oltre 7.000 esuberi, che potrebbero ridursi di 3.000 unità se la newco dovesse crescere, come previsto entro il 2025, da 52 a 105 velivoli, per arrivare a quasi 6.000 dipendenti. Ed è proprio il nodo occupazionale che più preoccupa il sindacato, che nel giorno del primo confronto con l'azienda ha confermato lo sciopero del 24 settembre e che ora chiede l'intervento del Governo nella trattativa. Dimensioni della flotta e degli organici i temi più delicati, oltre ovviamente al nuovo contratto, che ITA definisce innovativo e in grado di garantire competitività strutturale e che il sindacato chiede rimanga nel perimetro del contratto nazionale.