Nel 2021 si muore ancora di lavoro e l'ultima settimana ha fatto registrare un bilancio tragico: sono undici le persone che hanno perso la vita mentre svolgevano la loro professione. Morti che chiedono maggiore prevenzione, più rispetto delle norme, controlli rigorosi e più impegno nella formazione. Undici morti in una settimana: a Leffe nella bergamasca, che dall'inizio dell'anno conta già sei deceduti, un autotrasportatore di 59 anni è morto travolto da 5 tonnellate di imballi in plastica riciclata caduti dal suo autoarticolato. Due lavoratori sono invece soffocati all'interno di una cisterna in un'azienda viti-vinicola delle Langhe cuneesi, mentre un agricoltore di 48 anni è stato schiacciato dal suo trattore che si è ribaltato in una frazione di Pieve di Teco in Liguria. Nella provincia di Bologna, invece, un uomo di 89 anni non è sopravvissuto ribaltamento del trattore che stava guidando nell'azienda agricola del figlio. E non ce l'ha fatta nemmeno l'operaio di 59 anni ricoverato da lunedì all'ospedale Torrette di Ancona per le ferite riportate cadendo nello stabilimento Scandolara di Ascoli Piceno. E non da ultimo, al bilancio va aggiunto l'incidente che ha coinvolto 5 operai che tornavano da un cantiere, sono morte dopo che il conducente del mezzo su cui viaggiavano ha perso il controllo sulla A21 nel piacentino. Secondo i dati pubblicati dall'INAIL da gennaio ad aprile 2021 il numero di infortuni letali sul lavoro è arrivata 306, vale a dire 26 in più delle 280 registrate nello stesso periodo del 2020. Certo i dati sono provvisori e risentono molto della pandemia, ma i numeri comunque restano.