Tutti noi umani siamo, nella visione di Anselm Kiefer, angeli caduti, in perenne lotta tra il bene e il male, ci portiamo dentro delle macerie, anche se non siamo nati sotto i bombardamenti come la sorte ha voluto per il maestro tedesco, un bene o un male, per Kiefer i detriti costituiscono l'apice radioso di un'incessante metabolismo, l'inizio di una rinascita. A Firenze apre una mostra concepita appositamente dall'artista, forse il più apprezzato della nostra contemporaneità. Non è solo pittura, è plasticità, è filosofia, è storia, qui rivista con volontà provocatoria, è letteratura, è mitologia, si tratta di opere mai finite, in perenne trasformazione. "La stanza dei cosiddetti dipinti irradiati è un esempio perfetto per questo, perché si tratta di una stanza composta da 60 dipinti che sono stati trattati al plutonio, alcuni sono nuovi, altri sono antichi, addirittura dell'inizio degli anni 80, quindi tra le cose più vecchie che aveva nel suo studio". Il percorso a Palazzo Strozzi utilizza tutti i simboli della pratica Kieferiana: dai girasoli, ai serpenti, alle ali che alludono al mito di Icaro. La libertà qui è emblema anche della distruzione.