La procura aveva chiesto l'ergastolo ma sconterà 23 anni Evaristo Scalco, che il 2 novembre dello scorso anno uccise l'operaio peruviano Javier Miranda Romero con una freccia a tre punte scoccata dalla sua finestra in Vico Mele nel centro storico di Genova. La Corte d'Assise lo ha condannato per omicidio volontario aggravato dai futili motivi ma non per odio razziale, concedendo a Scalco le attenuanti generiche. Era stato il PM Arianna Ciavattini a chiedere la pena del carcere a vita per l'imputato che prima di uccidere il 41enne lo aveva insultato e offeso mentre l'uomo stava festeggiando la nascita del figlio con un amico. I legali di Scalco, nell'udienza di dicembre, avevano sottolineato che l'artigiano aveva scoccato la freccia in 10 minuti di follia, dovuti alla lite e le provocazioni con le due persone che erano in strada sotto le sue finestre. Il suo intento sarebbe stato solo quello di spaventare e non di uccidere. Per il PM invece fu omicidio volontario in quanto dopo il delitto Scalco non ha chiamato i soccorsi. Alla fine la sentenza si colloca a metà strada fra accusa e difesa, disposte anche provvisionali per 500.000 € complessivi ai parenti della vittima. L'artigiano resta ai domiciliari nella sua casa di Cittiglio in provincia di Varese, in attesa dei prossimi gradi di giudizio.