Una nuova approfondita perquisizione nella casa di vicolo San Vito, a Campobello, questa volta con l'utilizzo del georadar. Si cerca ancora nei covi del boss per verificare se ci siano locali nascosti in cui sono stati conservati documenti, soldi, armi o altro materiale utile alle indagini. Le forze dell'ordine continuano a presidiare il territorio in cui Messina Denaro è vissuto negli ultimi anni, mentre nella sua città Natale, Castelvetrano, la Commissione Regionale Antimafia incontra il comitato per l'ordine e la sicurezza e poi i sindaci dei comuni della provincia. "Se come sembra l'arresto di Matteo Messina Denaro chiude una stagione ne apre un'altra. Quella che il procuratore De Lucia ha chiamato borghesia mafiosa, che è formalmente sul terreno della legalità ma è quella rete di connivenza e di presenza di classe dirigente nei nostri territori. Qui tutti noi dobbiamo fare un salto di qualità". Obbiettivo non facile e non a breve termine ricostruire la rete che ha protetto la lunga latitanza del boss, perché è necessario scavare in quell'intreccio perverso di interessi e affari nei settori dell'economia, dell'imprenditoria, della politica. Ma è importante che la responsabilità non ricada per intero sui cittadini, chiedono i sindaci. "Si è purtroppo diffusa questa idea di una città e di cittadini omertosi quando invece io penso che non è assolutamente così. Noi sindaci non possiamo sentirci soli, abbiamo bisogno di essere supportati. Ho chiesto fortemente la presenza dello Stato che prontamente ha risposto con la presenza oggi qui della Commissione Regionale Antimafia. Ritengo che è una partita e come tutte le partite hanno bisogno anche di un primo ed un secondo tempo, c'è stato un primo tempo a favore di Matteo Messina Denaro, oggi è il secondo tempo, quello a favore dello Stato".