Sono almeno 1.500 i litri di acqua che servono per effettuare una seduta di dialisi. Fondamentali per ripulire il sangue e rimetterlo in circolazione. Adesso la crisi idrica in Sicilia rischia di mettere in pericolo gli oltre 5.000 dializzati che, almeno tre volte alla settimana, si recano presso i centri privati convenzionati o gli ospedali per sottoporsi alla terapia. Gli invasi sono allo stremo e l’acqua, in alcune zone, viene erogata due giorni alla settimana. Un grave problema denuncia l’Associazione Dialisi Sicilia. Se finiamo le scorte ci potrebbero essere rischi altissimi per i pazienti. "Senza acqua la dialisi non esiste. Pensate che per fare una dialisi mediamente ci vogliono circa 1.500 litri d'acqua per paziente, quindi immaginate quante riserve debbono tenere, chiaramente, i centri di dialisi. Quando, chiaramente, l'acqua non viene erogata giornalmente, diciamo, queste riserve sicuramente non possono riempirsi e quindi non possiamo avere la quantità d'acqua sufficiente per i pazienti. Senza acqua i pazienti non potrebbero esistere". Il problema, continua il presidente dell'Associazione Giuseppe Verde, deve essere affrontato in modo strutturato e non emergenziale. Alcuni centri hanno già avuto problemi e sono dovuti ricorrere ad autobotti private. Una cosa che non può e non deve ripetersi. "Io so già che ci sono grandi problemi in alcuni paesini, come anche Alcamo, sicuramente si approvvigionano, diciamo, con autobotti, a pagamento oltretutto. E non solo, Lercara Friddi, Adrano, Ribera, Sciacca, per quello che mi consta, insomma, già sicuramente si riforniscono con autobotti". "È una situazione complicata. Avete chiesto un aiuto all'assessorato alla sanità, alla Regione?" "Nell'ultimo incontro che abbiamo avuto con l'assessorato sicuramente abbiamo fatto presente il problema. Ho la sensazione che il problema non venga affrontato in maniera organica".























