La scuola è scesa in piazza o meglio in sessanta piazze. Da Milano a Palermo, passando per Roma, Genova e Torino. Professori, membri del personale Ata, studenti di tutte le età e tante famiglie hanno voluto protestare contro la bozza del Piano scuola 2020-21, diffusa nelle scorse ore dalla Ministra Lucia Azzolina. Hanno chiesto a gran voce la riapertura in tutta sicurezza delle scuole affinché a settembre alunni e studenti possano tornare tra i banchi a studiare. Oggi noi studenti siamo scesi in piazza per rivendicare la necessità di una scuola senza la didattica online. Il decreto, secondo noi, non corrisponde ai diritti per quanto riguarda la scuola. Nel momento in cui non ci si mette i soldi, dal mio punto di vista non si può partire a settembre con le giuste intenzioni. La scuola è un diritto inalienabile e quindi non siamo assolutamente soddisfatti come genitori di come è stata gestita, sia nel lockdown, sia come ipotesi di ripresa. “La scuola è a scuola”, recitava uno dei cartelli esposti in Piazza della Scala a Milano, accompagnato dai cori e dalle voci squillanti dei bambini presenti, che hanno avuto l'occasione di incontrare nuovamente alcuni dei loro compagni di classe dopo questi lunghi mesi di lockdown. Vorremmo finalmente la scuola tornasse a essere al primo posto, visto che la scuola ha diritto di essere al primo posto nella formazione dei ragazzi e delle ragazze. In piazza per una ripresa regolare, in sicurezza, per una relazione sana e per non essere mortificati in qualità di docenti e alunni. Dopo le polemiche che hanno accompagnato le linee guida proposte dalla Ministra dell'istruzione, come i turni differenziati i gruppi di apprendimento e l'autonomia scolastica, centinaia di persone in tutta Italia hanno voluto abbracciare l'iniziativa del Comitato “Priorità alla scuola”, facendo sentire la loro voce e chiedendo fondi, finanziamenti e soprattutto più attenzione. La scuola non vuole e non deve essere dimenticata.