Omicidio preterintenzionale. È questa, al momento, l'accusa mossa dalla procura di Bologna nei confronti del custode di villa Gessa, a Bazzano, nelle campagne bolognesi. Durante l'interrogatorio, durato due ore, al magistrato ha detto di non avere sparato per uccidere, ma per mettere in fuga chi stava tentando di entrare nella sua abitazione e il suo avvocato spiega: “La sua ricostruzione è che lui si è sentito braccato, ha avuto in quegli attimi paura che queste persone entrassero dentro e dalle voci che sentiva, anche decise, aveva il timore che poi queste persone passassero a un'aggressione. Non è la prima volta che il mio cliente in quella casa subisce dei furti e delle intrusioni durante le ore notturne.” La vittima non è ancora stata identificata, non aveva documenti e le sue impronte non sono nella banca dati delle forze dell'ordine. Un uomo, secondo gli investigatori, tra i 20 e i 25 anni. “C'è stato uno scambio di parole?” “Con loro? Con queste persone? No, ha sentito queste persone che parlavano con lingua straniera, verosimilmente dell'Est.” La casa del custode è stata posta sotto sequestro in attesa che venga ultimata la perizia balistica. Da questa e dall'autopsia si attendono elementi utili per ricostruire la dinamica degli spari. Cinque i colpi esplosi dal sessantottenne. La procura valuterà l'applicabilità della legittima difesa o dell'eccesso colposo. “Se è vero e le indagini lo confermeranno che queste persone erano addirittura sei, è ovvio che a quell'ora e immerse nel buio queste persone con le torce erano sotto, quindi, se avesse voluto effettivamente fare del male a qualcuno, avrebbe sparato direttamente sulla tettoia. La tettoia è assolutamente integra. O è stato un colpo di rimbalzo oppure si è trattato di una disgrazia.”.