Lampedusa, ambulatorio di frontiera per isolani e profughi

Sull'ultimo lembo a sud d'Europa, l'isola più vicina all'Africa che alla Sicilia, in mezzo al Mediterraneo che divide i due continenti, un poliambulatorio, davvero di frontiera, assiste una popolazione che varia dai 3 mila residenti tutto l'anno, ai 30 mila turisti nella bella stagione. Ma il numero può crescere anche in poche ore di diverse centinaia quando il mare è calmo e l'isola diventa anche approdo di profughi. 30 operatori sanitari in turno ogni giorno. Sono guidati dal direttore D'Arca giunto 8 mesi fa a Lampedusa a gestire una situazione di costante tensione con i continui interventi d'emergenza necessari ad ogni sbarco per salvare persone o eseguire ispezioni sulle tante vittime senza nome: 46 i corpi recuperati da settembre. "Spesso per naufragio, altre volte per incidenti come quello dei due bambini che sono stati investiti dall'esplosione di una tanica di carburante, così come le due piccole neonate arrivate tutte e due prive di vita". Il decreto Cutro ha previsto che Lampedusa venga dotata di una postazione medicalizzata del 118. Intanto il poliambulatorio è stato potenziato con l'arrivo di un ecografo e di nuovi medici. "Questo è un servizio attivo 24 ore su 24 che è di supporto principalmente alla popolazione dei bambini dei lampedusani ma è anche di supporto a tutti i bambini che arrivano con i barconi e da un po' di tempo di questi arrivi ne registriamo tanti". Qui non c'è un punto nascite. Gli unici nati a Lampedusa sono bambini venuti alla luce in condizioni estreme su un barcone o una motovedetta o subito dopo lo sbarco. "Un punto nascite non c'è a Lampedusa ma non ci può essere in qualsiasi punto dove non vi siano almeno 500 parti l'anno, questo lo stabilisce la legge". Per curare le malattie più gravi o far nascere un bambino si deve prendere l'aereo. Qualcuno si lamenta dei tempi lunghi per le visite specialistiche. Sull'isola non c'è un ospedale ma questo pronto soccorso, a molti, ha salvato la vita. "Sono stati bravi a darmi soccorso". "Però se uno ha una patologia grave o un tumore?", "Sì deve andare fuori o a Palermo o a Milano, a Torino, ad Agrigento, dove vuole".