Il mare è calmo e non si fermano le partenze di profughi e migranti dalla Libia e dalla Tunisia verso la Sicilia. Non più a centinaia, ammassati su grossi pescherecci come fino a qualche tempo fa, ma su piccole imbarcazioni con al massimo 25 persone ognuna. Forse assistite da una nave madre nel cuore del canale di Sicilia sono arrivati a decine negli ultimi giorni a Lampedusa senza essere intercettate, se non quando erano già all'ingresso dell'isola, sulla terraferma. Sbarchi autonomi detti anche sbarchi fantasma, non certo una novità, ma una costante da sempre tra i metodi di approdo sul lembo d'Europa più vicino all'Africa. Identificati e sottoposti a tampone nell' hotspot che fatica a contenere un numero così alto di persone, un migliaio a fronte di una capienza massima di un centinaio. I primi gruppi sono già stati trasferiti in traghetto, in Sicilia, per poi essere smistati in altre regioni d'Italia. Ma i numeri di chi arriva sono più alti di quelli di chi parte ed è una situazione ormai ingestibile, dice il sindaco Totò Martello che aggiunge: "se il Governo non proclamerà lo stato di emergenza, lo farò io. L' hotspot non è più in grado di accogliere i migranti," dice. "La responsabilità non può ricadere sull'amministrazione comunale e sui lampedusani.