Quando il mare è così calmo sulle due sponde del Mediterraneo, mostra i suoi volti più diversi: quello felice degli sportivi sulle barche a vela intorno alle coste della Sicilia e quello dei disperati, che lasciano le coste della Libia su gommoni e barchini, senza sapere se riusciranno a completare la traversata lungo la rotta più letale al mondo. Più di 200, profughi e migranti, sono stati salvati dal naufragio in quattro diverse operazioni e sono ora a bordo della Ocean Viking, la nave umanitaria di SOS Méditerranée. Un gommone con 18 persone è stato invece speronato, sembra involontariamente, da un peschereccio libico poco dopo la partenza. Dei cinque finiti in acqua, in tre sono spariti tra le onde. I sopravvissuti hanno raccontato la tragedia una volta raggiunta l'isola di Lampedusa. Qui negli ultimi due giorni sono arrivate diverse imbarcazioni, alcune intercettate e soccorse dalle motovedette italiane, altre arrivate in autonomia. Se i migranti verranno trasferiti nel giro di pochi giorni in strutture di accoglienza in varie città italiane, le barche in legno resteranno qui, a memoria dei tanti viaggi portati a termine o finiti in tragedia. Oppure verranno trasformate, come è già accaduto con la croce formata con due assi in legno, che fece il giro dell'Italia in una sorta di staffetta spirituale, ricevette anche la benedizione di Papa Francesco. Altri relitti ora avranno nuova vita, nell'ambito del Progetto Metamorfosi, promosso dalla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti di Milano, in collaborazione con il Ministero dell'Interno. Saranno utilizzati nella falegnameria del carcere di Milano Opera e diventeranno strumenti musicali, destinati ad una orchestra del mare, ma anche croci per le scuole e oggetti dal forte valore spirituale, come le statuine dei presepi.