Approdati alcuni giorni fa, ora compiono il percorso inverso. Tornano in porto, attendono di imbarcarsi. Centinaia di profughi e migranti riprendono il mare, a bordo della Diciotti della Guardia Costiera e di una nave traghetto. Sono cominciati i trasferimenti che puntano ad alleggerire la pressione sull'hotspot, dove più di 2mila persone sono state costrette, per giorni, in uno spazio pensato per accoglierne 350. Non è un'emergenza, ma una condizione strutturale che riguarda l'hotspot e non l'isola, dice il neo-Sindaco Filippo Mannino, che al Viminale ha incontrato la Ministra Lamorgese e ha poi ricordato, che nel culmine della stagione estiva, i tanti turisti presenti si godono la bellezza delle spiagge e delle calette, senza nemmeno accorgersi dei migranti. Ma le barche cariche di disperati in fuga dalla Libia, continuano a tentare la traversata nel Mediterraneo Centrale e la maggior parte si fermano in mezzo al mare, il motore in avaria. Le richieste d'aiuto si susseguono. Le 3 navi umanitarie in missione tra la Libia e la Sicilia sono sempre più cariche di uomini e donne, mamme sole con bambini e neonati salvati da naufragio. Sulla nave di Medici Senza Frontiere, dopo 9 operazioni di soccorso, ci sono 600 persone. Con il passare dei giorni e le temperature roventi, la situazione a bordo si fa sempre più difficile. E chiedono un porto in cui attraccare anche la Sea Watch 3 e la Ocean Viking per portare a terra le centinaia di profughi, tra cui moltissimi ragazzini soli, soccorsi in diverse operazioni.























