Le missioni di soccorso sono incessanti. In questi giorni di mare calmo, le motovedette rientrano in porto sempre cariche di naufraghi, centinaia di migranti giorno e notte tentano la traversata. Arrivano famiglie subsahariane con neonati infreddoliti avvolti nelle coperte termiche. Nuclei familiari di profughi siriani con bambini piccoli, spesso scalzi, svestiti, febbricitanti. Questo ragazzo intrattiene il figlioletto mentre la moglie è in infermeria. Alcuni di loro, ci chiedono il telefono per avvisare i parenti che sono salvi, vivi e che ce l'hanno fatta. Dopo una notte e una giornata di soccorsi, al molo Favaloro si allunga la fila delle imbarcazioni usate dai migranti e si cerca di spostare trasferire al più presto perché rappresentano un problema per i pescherecci e per le barche turistiche. Uno dei tanti barchini approdati in autonomia sull'isola senza essere intercettati questa volta è arrivata proprio vicino alla spiaggia della Guiccia ancora piena di bagnanti; a bordo di questa imbarcazione in resina, sulla quale, presumibilmente, viaggiavano 25-30 persone, ci sono ancora tanti oggetti. Taniche di benzina, giubbotti salvagente, coperte per ripararsi dal freddo della notte e teli per proteggersi dal caldo e dal sole cocente della giornata. Un bagnante si avvicina a nuoto incuriosito, in mare galleggia una scarpa persa durante la discesa a terra nel buio della notte; sugli scogli, altri giubbotti salvagente, abiti bagnati, uno zaino pieno di merendine. Soccorrere, assistere 2mila persone tra cui centinaia di bambini arrivati in due giorni, è un lavoro estenuante per i soccorritori in mare per gli operatori sanitari a terra. Dal poliambulatorio più a sud d'Europa comincia la visita a Lampedusa del leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte che incontra anche commercianti, imprenditori e cittadini da giorni impegnati nel presidio di protesta per contestare la gestione del fenomeno migratorio sull'isola. Poi raggiunge il molo, dove gli arrivi di persone salvate in mare vanno avanti incessanti. Un fallimento, la politica migratoria del Governo, dice l'ex premier. "Il modello della Meloni realizzato in Tunisia è quello che non va fatto perché andare lì, creare una pressione al leader di turno in una realtà come quella tunisina che è esplosiva dal punto di vista economico e sociale, significa creare le premesse per fare una passerella, creare un bluff con gli italiani per cui abbiamo risolto ma non risolvi nulla. Anzi, crei una reazione come sta succedendo".