L'Aquila è deserta e silenziosa, solo i 309 rintocchi delle campane della Chiesa delle Anime Sante risuonano nell'aria. In piazza Duomo, nel cuore della città, è stato acceso un braciere, una luce calda e luminosa per ricordare il terremoto del 6 aprile del 2009 che distrusse gran parte della città e sconvolse tutta la Regione. Quest'anno a causa dell'epidemia del coronavirus e delle misure imposte per cercare di frenare il contagio, la cerimonia è stata breve. I luoghi simbolici, come via XX Settembre, l'area dove sorgeva la Casa dello studente, sono stati illuminati e i cittadini hanno potuto partecipare a distanza, con il cuore e con il pensiero, accendendo un lume alla finestra. A mezzanotte la Santa Messa è stata celebrata a porte chiuse dal Cardinale Giuseppe Petrocchi. Presenti solo alcune autorità, fra questi il Sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, che ha letto un messaggio del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Insieme a loro, ricordiamo anche tutti coloro che in queste ore, in questi giorni, in queste settimane stanno morendo da soli, senza il conforto dei propri cari. “La vita ci ha tolto la seconda Pasqua in 11 anni” ha dichiarato l'ex sindaco Massimo Cialente. Esattamente come allora il 5 aprile 2009 era la Domenica delle Palme. I cittadini erano molto preoccupati per una serie di scosse sismiche che da giorni si ripetevano. Nella notte il colpo micidiale alle 3:32 di magnitudo 5.8, tolse il respiro e sbriciolò case e paesi. Il 6 mattina L'Aquila era una città fantasma, avvolta soltanto da polvere e dolore.