In Sicilia è emergenza lavoratori stagionali. All'appello, in base alle stime degli imprenditori del settore, ne mancherebbero almeno il 50%. Colpa principalmente, dicono, del Reddito di Cittadinanza. Il lavoro stagionale pagato secondo i contratti regolari, a molti giovani non conviene, perché dovrebbero rinunciare all'introito mensile, pagato dallo Stato. In poche parole, a fronte di un guadagno medio per la stagione di 6 mila euro netti, preferiscono gli 8.400 garantiti dal Reddito. Un sistema che spinge purtroppo in tanti a stare sul divano, invece di accettare un lavoro regolare. "Preferiscono restare a casa, col Reddito di Cittadinanza ed è un conto matematico che c'hanno fatto loro. Dice perché, con 700 euro mensili che prendo ... in 12 mesi sono 8.400 euro, pur lavorando a 1.500 euro al mese, tre mesi, quattro mesi, quindi faticando, .... di 5-6 mila euro, faticano mentre stando a casa non fanno nulla e si riposano, prendendo i soldi. A loro non conviene lavorare, questo ci dicono. Così non ci conviene, stiamo a casa, facciamo vacanza, tanto soldi li vengono a spendere qua, il lavoro non manca, lei consideri che a noi accorrono ancora circa 12-13 figure professionali da attivare per il secondo turno di lavoro e attualmente chiudiamo alle ore 21, perché non ce la facciamo a reggere per il serale senza personale". Nell'estate del 2020, la prima post-lockdown, il settore ha sofferto di una mancanza di 600 mila lavoratori, su scala nazionale e l'estate del 2021 continua purtroppo a seguire questo trend. "Soltanto l'anno scorso, tutto il sistema turismo, proprio tutto, non soltanto i balneari, ha avuto un buco di 600 mila posti di lavoro stagionali, che non hanno potuto coprire, quindi hanno garantito meno servizi, chiaramente qualitativi ottimi, ma con meno personale. Hanno dovuto ridurre anche ... e quest'anno non è da meno". "Possiamo dire che tra i giovani c'è poca voglia di lavorare?". "Possiamo dirlo".