"La passione per la chimica ce l'ho un po' sempre avuta, anche da bambina. Nel senso, l'idea di, diciamo, mescolare, di fare anche senza sapere cosa stessi facendo, diciamo. Mi chiamo Valentina Sesti, in questo momento sto portando avanti un dottorato in ingegneria dei materiali e, nello specifico, io mi occupo di sintesi chimica, quindi di, sostanzialmente, disegnare delle molecole. L'idea, diciamo, finale sarebbe di utilizzarle a cure contro delle malattie degenerative della retina". "Io fin da piccola son sempre stata un po' nerd, appassionata ai videogiochi, e mi è sempre piaciuto giocare al computer, giocare al Gameboy. Sono Chiara Plizzari e sono una dottoranda del gruppo della professoressa Caputo qua a Torino. Il nostro gruppo si chiama VANDAL, che sta per Visual & Multimodal Applied Learning, e quello che studiamo sono soluzioni di computer vision per problemi reali, in particolare io mi occupo di egocentric vision". Giovani promesse della scienza italiana che vogliono cambiare il mondo. Ne servirebbero molte, eppure le donne restano ancora ai margini nei settori STEM, ovvero tutte le materie tecnico-scientifiche, dalla fisica alla chimica passando dalla robotica alla matematica. Secondo l'ultimo rapporto UNESCO solo il 33% dei ricercatori sono donne. Anche Arianna Bresci è una giovane ricercatrice del Politecnico di Milano, con il sogno di migliorare la vita degli altri. "Quello di cui mi occupo è tecniche di microscopia innovativa, che sfruttano impulsi di luce laser ultrabreve per sviluppare una diagnostica per immagini totalmente non invasiva da portare in clinica per la medicina del futuro".























