14 ristoranti nelle zone più prestigiose di Roma: Pantheon, Piazza Navona, Castel Sant'Angelo, Trastevere. Attività su cui aveva messo le mani il clan camorristico dei Moccia. Angelo, il reggente, e il fratello Luigi, da Afragola avevano esteso i tentacoli prima sui comuni limitrofi e poi sulla capitale, dove l'intera famiglia vive dal 2010. È qui che i due, al momento in carcere, hanno investito, riciclandoli, i loro soldi sporchi proprio nella ristorazione, usando da un lato la forza intimidatrice e le estorsioni, dall'altro una rete di imprenditori compiacenti che, anziché subire, si erano messi a disposizione del clan, offrendosi spesso come prestanome per eludere la legge. 13 persone sono così finite in manette (otto in carcere e cinque ai domiciliari), in un blitz dei carabinieri tra Roma e Napoli, dopo un'indagine della DDA romana durata quasi due anni. I Moccia avrebbero inoltre prestato soldi con tassi usurari a tre imprenditori, tra cui anche il figlio di Gigi D'Alessio. Usura, estorsione e fittizia intestazione di beni, aggravate dal metodo mafioso, i reati contestati. Sequestrati inoltre beni tra cui società, immobili di pregio e autovetture per 4 milioni di euro.