Batterio, contagio, virus e poi assembramento, draconiano, asintomatico, parole fondamentali in questo periodo, usate nelle comunicazioni ufficiali, dai mezzi di informazione, nei dialoghi di tutti, anche a distanza. Sono tra le voci più ricercate sul vocabolario on-line Treccani, che registra un aumento di visitatori e di pagine consultate, passate in media da 900.000 a 1.600.000 al giorno. Le confesso che anche noi all’inizio eravamo sorpresi, vedevamo crescere giorno dopo giorno, questo utilizzo del nostro portale. Credo che di fondo ci sia in questa grande quantità di notizie che ognuno di noi riceve, anche grazie a questo lavoro realmente importante che tutto il mondo della comunicazione sta facendo, c'è bisogno di avere orientamento. C'è davvero bisogno di fermarsi un attimo a riflettere su quanto valore abbiano le competenze, le professioni. Se pensa che nel mondo, appunto, digitale abbiamo ascoltato per un lungo periodo che la disintermediazione poteva consentirci di fare il mestiere da giornalista senza le professionalità o il mestiere degli insegnanti, addirittura, senza bisogno di sentire gli insegnanti, beh, questo mi sembra sia un momento in cui dobbiamo ripensare profondamente e non fare più alcuni errori che stavamo facendo. Infodemia, leggiamo: è la circolazione di una quantità eccessiva di informazioni talvolta non vagliate con sicurezza. Il rimedio c’è: rivolgersi a fonti affidabili.