L'omicidio passionale è la pista ormai privilegiata dagli investigatori chiamati a far luce sulla morte di Silvano Nestola, l'ex Maresciallo dei Carabinieri, ucciso la sera del 3 maggio scorso a Copertino in provincia di Lecce, mentre lasciava la villa della sorella in cui aveva cenato assieme al figlio tredicenne. La conferma arriva dall'iscrizione nel registro degli indagati, dei genitori ultrasessantenni, di una donna di San Donaci che Nestola, separato da anni, aveva frequentato negli ultimi tempi, si tratta, al momento, di un atto dovuto per consentire agli indagati di nominare dei consulenti che prendano parte all'autopsia prevista per le prossime ore, ma la sensazione è che la svolta non sia lontana. I Carabinieri, del resto, erano arrivati alla famiglia di San Donaci già nelle ore immediatamente successive all'omicidio, quando erano stati a lungo sentite 4 persone. Nella loro abitazione sarebbero stati anche recuperati due fucili, uno dei quali compatibile con l'arma che ha ucciso Silvano Nestola, raggiunto al torace dai pallettoni delle tre cartucce esplose dal killer, appostato all'esterno della villa. I rilievi dei RIS su queste armi potrebbero ora sciogliere ogni dubbio.