"La fine di questo incubo, eh? Dopo sette anni siamo riusciti ad arrivare alla fine, sono contento che la giustizia, ho sempre avuto fiducia". Il fatto non costituisce reato. Così hanno deciso i giudici della quinta sezione penale della Corte d'Appello di Milano che hanno confermato modificandola la sentenza di assoluzione del tribunale di primo grado per Mario Cattaneo. L'oste di 73 anni di Casaletto Lodigiano era stato imputato per omicidio volontario per aver ferito a morte un romeno di 32 anni. La notte tra il 9 e il 10 marzo 2017 una banda di malviventi era entrata nel suo locale, sentito il loro rumore, lui era sceso dalla propria abitazione con un fucile da caccia. Partì uno sparo che colpì alla spalla sinistra uno dei ladri, l'uomo fu ritrovato morto la mattina successiva. La Procura Generale aveva chiesto tre anni di carcere ed un risarcimento di circa 300 mila euro per eccesso colposo di legittima difesa. La difesa aveva invece insistito per l'assoluzione perché secondo la sua tesi il colpo era partito accidentalmente perché l'aggressore avrebbe strattonato Cattaneo e sul fatto che, se avesse voluto sparare avrebbe esploso anche il secondo colpo. L'imputato era sceso per difendere la propria famiglia voleva allontanare i ladri, ha detto l'avvocato nelle conclusioni. Il dispositivo fa riferimento alla legge sulla legittima difesa e si riconosce la non punibilità per chi agisce costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio e altrui, in questo caso la famiglia. Le motivazioni arriveranno fra 90 giorni.