Il fermo di uno dei presunti assassini, svelandone i retroscena, rende l'omicidio di Lequile, se possibile, ancora più agghiacciante. Giovanni Caramuscio 69 anni, bancario in pensione, sarebbe stato ucciso per essersi opposto a due balordi che volevano rapinarlo delle poche banconote che aveva prelevato da uno sportello Bancomat. 200 euro appena, eppure sufficienti a scatenare la furia assassina di uno dei rapinatori che i Carabinieri hanno individuato in Paolin Mecaj, l'albanese di 31 anni sottoposto a fermo, mentre si cerca ancora il secondo uomo. A Mecaj si arriva grazie ad un testimone che lo vede disfarsi di una busta in un pozzo, recuperata dai Vigili del Fuoco, la busta conteneva alcuni indumenti verosimilmente indossati durante la rapina. Altre prove vengono trovate all'interno dell'abitazione dell'albanese che viveva poco distante il luogo del delitto, una maglietta, identica a quella ripresa dalle telecamere di sorveglianza della banca e soprattutto la pistola, una calibro 9 con matricola cancellata. Secondo i Carabinieri è quella utilizzata per uccidere con cinque colpi, due dei quali andati a segno, il povero Giovanni Caramuscio morto sotto gli occhi della moglie che ora non si dà pace per non essere riuscita, l'altra sera, a convincere il marito a rimandare all'indomani mattina, quel maledetto prelievo.