Liberi di Scegliere, migliaia di studenti contro la 'Ndrangheta

"Fino a 7-8-10 anni fa nelle scuole calabresi non si parlava di 'ndrangheta. Le insegnanti avevano timore di toccare questi temi, di urtare la suscettibilità dei ragazzi ma anche delle famiglie". Da Reggio Calabria a Catania, a Palermo, a Napoli per un protocollo innovativo che parla di umanità e legalità, che parla al cuore del problema, che parla cioè ai più giovani. Giovani di 'ndrangheta e mafia, a loro è dedicata l'iniziativa Liberi di Scegliere ideata dal giudice Roberto Di Bella, prima presidente del Tribunale dei Minori di Reggio Calabria ed ora di quello di Catania. Che è stanco di vedere nella propria aula prima i nonni, poi i padri e quindi i figli, ha deciso di trattare i minori per quello che sono, minori abusati, che la cultura di mafia non la scelgono ma sono obbligati a sposarla. "È accaduto anche di più perché ci sono stati degli importanti boss, sia qui a Reggio Calabria che a Catania, che hanno deciso di intraprendere dei percorsi di collaborazione con la giustizia dopo gli interventi nostri, dei tribunali per i minorenni, sui loro figli o addirittura sui loro nipoti". Un progetto non solo legale ma anche culturale raccolto dall'Associazione BS di Bruna Siviglia che gira le scuole d'Italia per raccontare cosa sia Liberi di Scegliere. "In molte scuole dove andiamo proprio ci stanno ragazzi che provengono da quelle realtà, da quei contesti. E sentire che non sono soli e che possono avere un'altra alternativa di vita, una nuova possibilità per sganciarsi da quell'ambiente in cui si sono ritrovati, è una cosa enorme, è una cosa grandissima". Un racconto di legalità raccolto infine anche da chi ha realtà segnate, come Letizia la cui mamma, Maria Chindamo, venne uccisa solo perché scelse di essere libera. Il corpo dato in pasto ai maiali, il mandante dell'omicidio suo suocero. "Cos'è che manca di più di tua madre e che cosa vorresti dire a tuo nonno?" , "A mio nonno niente. Niente. Non spenderò più una parola per lui. A mia mamma vorrei dire tanto. Purtroppo non lo posso fare più. Spero che insieme possiamo gridare affinché la nostra voce possa arrivare a lei".