Slitta alla prossima settimana probabilmente l'interrogatorio davanti ai pubblici ministeri del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, è ai domiciliari da martedì scorso con l'accusa di corruzione. Un interrogatorio chiesto dal legale del governatore che con il passare delle ore sembra rappresentare il vero punto di svolta, non tanto per la sua strategia difensiva quanto piuttosto per il futuro politico di Toti, con le dimissioni che incombono e che ora sembrano dietro l'angolo. Prima di qualunque decisione però, passaggio obbligato, sarà l'istanza di revoca dei domiciliari che la difesa di Toti presenterà e sulla quale dovrà pronunciarsi il GIP Paola Faggioni che nelle scorse ore ha concluso gli interrogatori di garanzia degli indagati. Intanto l'indagine sulla corruzione al Porto di Genova si arricchisce di un nuovo capitolo quello legato alla rivelazione di segreto d'ufficio che vede un fascicolo aperto per il momento a carico di ignoti, l'ipotesi dei magistrati è che ci sia stata una talpa tra gli investigatori, un informatore che avrebbe avvisato gli indagati dell'inchiesta in corso e che avrebbe così fatto scattare tra loro alcune precauzioni, come parlare il meno possibile al telefono. La consapevolezza di essere ascoltati nelle loro conversazioni private emerge chiaramente da alcune intercettazioni, come quella in cui l'imprenditore della logistica Aldo Spinelli dice senza giri di parole: "Sappiamo che abbiamo i telefoni sotto controllo." Proprio Spinelli nelle ultime ore rispondendo alle domande del GIP ha raccontato di aver subito pressioni da Giovanni Toti ma anche da tutti gli altri partiti che nel tempo hanno sempre, ha detto, bussato alla sua porta per avere soldi soprattutto nei periodi elettorali. "Mi chiamava continuamente" ha raccontato al GIP, parole che, almeno in ipotesi, potrebbero profilare a carico di Toti anche l'accusa di concussione sebbene al momento non gli sia contestata.























