Dalla Basilicata, con il 67 per cento di copertura negli anziani, alla Lombardia, che non ha raggiunto il 50, fino alla provincia di Bolzano, ferma al 33 per cento. Lo scorso anno, quando gli over 65 hanno deciso se vaccinarsi o meno contro l'influenza stagionale, il Covid era ancora lontano. Quest'anno, in piena pandemia, uno studio del Monzino di Milano dimostra come in quelle Regioni, dove la copertura del vaccino è stata più ampia, le cose sono andate diversamente. Abbiamo analizzato quattro indicatori, la sieroprevalenza, come indice di diffusione della malattia, di contagio, il numero di ingressi in ospedale per cause collegate al Covid, il numero di accessi in terapia intensiva, l'indice è un po' più solido di tutti, e il numero di decessi causati dal Covid o associati quantomeno al Covid. È emerso che all'aumentare della copertura vaccinale, tutti questi quattro indici diminuivano gradualmente, quindi, più era alta la copertura vaccinale, minore era il grado di diffusione della malattia e il tipo di gravità della patologia stessa. Più aumenta la copertura vaccinale, più diminuiscono i quattro indici, ci spiegano. Per un cardiopatico che contrae il Covid, il rischio è fino a cinque volte superiore della media di contrarre il virus in forma grave e finire in terapia intensiva. Il messaggio è quello di cercare di incentivare qualsiasi attività che possa aumentare la copertura vaccinale in tutte le Regioni d'Italia, se questo non fosse possibile per enne motivi, ad esempio, carenza di vaccini, eccetera, di farlo almeno in quelle che vengono considerate le categorie fragili, quindi, non solo gli ultrasessantenni, ma anche, non so, i pazienti oncologici, i pazienti cardiologici, tutti quei pazienti che hanno una patologia pregressa che li rende più fragili rispetto alla malattia.