Professor Locatelli ora si sono da lei per parlare anche della campagna di vaccinazione innanzitutto. Allora come sta andando, perché c'è una fetta di popolazione che ancora resiste. Poco fa ci diceva resiste però anche il virus perché di fatto non ce ne siamo ancora liberati. Qual è la situazione sul fronte vaccini. Allora io credo che possa essere riassunta nei seguenti termini. Ho già fatto prima menzione a quei circa 4 milioni di italiani che hanno l'indicazione sono eleggibili per ricevere la dose Booster. Ricordiamoci che una dose Booster è fondamentale per completare il ciclo vaccinale e conferire con compiuta protezione immunologica, poi c'è la seconda categoria dei soggetti con compromissione del sistema immunitario e qui siamo a poco più del 10% delle persone che dopo aver ricevuto le tre dosi che per loro completano il ciclo vaccinale primario devono ricevere la quarta dose che è un equivalente della dose Booster per chi ha un sistema immunitario perfettamente funzionante. E poi ci sono le categorie degli ultraottantenni per gli ospiti delle strutture residenziali per anziani e della fascia di età 60-79 anni con note di fragilità per patologia concomitante dove siamo a circa 29 mila persone che hanno ricevuto questa quarta dose. La quarta dose è importante in questa categoria di persone mi faccia citare uno studio israeliano che ha posto confronto 182 mila persone ultrasessantenni che hanno ricevuto la quarta dose con un numero equivalente che non l'aveva ricevuta. Ora basta guardare il dato più crudo, ma a mio parere più eloquente, cioè a dire che a 28 giorni dalla somministrazione della quarta dose in queste persone, c'era una riduzione significativa del numero di decessi nel gruppo di controllo di 182 mila persone ci sono stati 34 decessi a fronte dei 9. Quindi 25 vite risparmiate in queste persone che per condizione anagrafiche di fragilità concomitante sono a maggior rischio. Ecco perché è così importante insistere e credo che parlare in questo momento di quarta dose in autunno per tutti, di vaccini adattati alle varianti, di fatto distolga l'attenzione al rispetto alla priorità, che è quello adesso di coprire queste persone che altrimenti rischiano di essere esposte a rischi di sviluppare patologie gravi.























