Sono arrivati due vassoi di vaccini, ogni vassoio contiene 195 flaconcini, ogni flaconcino sono 6 dosi, qua scongeliamo le dosi necessarie per gli altri presidi e mandiamo, il giorno prima per il giorno successivo, i flaconcini agli altri presidi dove verranno utilizzati. All'ospedale Maggiore di Lodi, hub per Casale, Codogno e Santangelo l'ultima fornitura di vaccini è arrivata alle prime ore del mattino, qui dove tutto è iniziato e da dove con i vaccini, si spera, si riparta quanto prima. Aurelio Farina, caposala al pronto soccorso di Lodi e Codogno, la notte del 21 febbraio era in turno quando arrivò al paziente uno. Se devo pensare alla mia unità operativa ho avuto l'adesione praticamente del 100% di tutti gli operatori, quindi tutti hanno voglia che cambi qualcosa e il vaccino può essere l'inizio di questo cambiamento. In Lombardia oggi sono arrivate metà delle dosi previste per la seconda fornitura a Lodi, però, ci sono tutte le siringhe, questa volta sono quelle giuste. Ci spostiamo a Codogno, a quasi un anno dal primo caso accertato, tra queste mura l'adesione è altissima. A dirigere la terapia intensiva oggi c'è Leonardo Castellazzi, a febbraio fu tra i primi ad ammalarsi, oggi è stato vaccinato. Sì, proprio pochi giorni fa l'evidenza di alcuni colleghi che sono tornati positivi, fortunatamente forse con sintomatologia ridotta, ma la preoccupazione è grande. Ai medici e agli infermieri che hanno avuto il Covid vengono misurati anticorpi e si decide se vaccinare subito o aspettare. Visto e valutato che comunque avevo gli anticorpi a maggio, rifarò tra due giorni gli anticorpi, la valutazione anticorpale, per decidere la progressione e il momento in cui comunque fare il vaccino. In questa sede ha un valore altamente simbolico, proprio perché è stata un punto in cui tutto è nato, tutto è partito in Italia e quindi partire con le vaccinazioni qui è molto importante. Tg24, lodi.