L'ambulatorio dove vengono somministrate le cure anti-Covid dell'ospedale Sacco di Milano, apre alle 8:30. I pazienti positivi al Covid con fragilità, vengono indirizzati qui dai medici di base. Ed è qui che gli infettivologi fanno un'anamnesi dettagliata, per capire quale, tra gli anticorpi monoclonali e gli antivirali è più indicato. Da oggi, si aggiunge la pillola Pfizer Paxlovid, 6 capsule al giorno per 5 giorni, ma solo a quei malati che arrivano entro pochi giorni dalla comparsa dei sintomi. "Verrà fatto un esame obiettivo, un'anamnesi patologica, un'anamnesi farmacologica e in base alle caratteristiche del paziente, alle patologie e alle criticità verranno appunto scelti gli antivirali, piuttosto che gli anticorpi monoclonali che abbiamo a disposizione." Ogni paziente viene valutata in base ad alcuni parametri. Se arriva qui, è perché ha una fragilità riconosciuta specifica e potrebbe essere già in cura con altri farmaci, che potrebbero avere delle interazioni. Come decidono se somministrare anticorpi monoclonali o antivirali? E quali? "Va distinto il paziente vaccinato e non vaccinato. Perché, verosimilmente, hanno caratteristiche diverse. Perché, appunto, si suppone che il vaccinato abbia sviluppato degli anticorpi e quindi il trattamento potrebbe essere diverso. La gravità dell'immunodepressione o comunque delle comorbidità e l'età del paziente, piuttosto che anche la comodità, nel senso che ci sono degli antivirali che vengono somministrati in vena e che prevedono che il paziente venga più giorni per la somministrazione.".























