Maati Moubakir, rissa con un coltello al funerale

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8 giorni fa

Un numero "17" è quello dei suoi anni sulla bara bianca, le scritte tra cui "vola in alto fratello" lasciate dagli amici che a spalla portano il feretro di Maati Moubakir, ucciso a coltellate a Campi Bisenzio dopo una serata passata in discoteca. In chiesa parla uno di loro. "Mi fa soffrire il fatto che non sentirò più la tua voce. Mi fa soffrire il fatto che non saremo più insieme nei momenti belli e brutti. Ma ancor di più mi fa soffrire il fatto che nel mondo esista così tanta cattiveria e che non si rifletta più sull'importanza di una vita umana..". Tre giovani tra i 18 e i 22 anni sono stati arrestati, 6 gli indagati con l'accusa di omicidio volontario. Avrebbero inseguito e ripetutamente colpito Maati trascinandolo giù dall'autobus sul quale aveva cercato di salvarsi al termine di una violenta lite originata per futili motivi. Durante l'interrogatorio di garanzia nessuno ha ammesso di averlo ucciso. Ma neppure la morte del ragazzo riesce a placare la violenza. Nel corteo funebre musulmano e cristiano durante una nuova e insignificante lite spunta un'arma da taglio tra l'incredulità generale. Tra i primi ad intervenire il padre di Maati. "Mi pare che questi ragazzi non abbiamo imparato ancora nulla". "Oggi è un giorno per ricordare Maati. Ci saranno altri momenti, ci saranno altre situazioni in cui si parlerà di quello che devono capire tanti ragazzi. Tutti i ragazzi. Tutti i disagi che hanno questi ragazzi che covano rabbia. Solo rabbia. Qui ha fallito di nuovo la società".