91 condanne e pene complessiva per 600 anni di carcere. Si è concluso così il processo di primo grado alla cosiddetta mafia dei pascoli che si è celebrato davanti il tribunale di Patti nel messinese. Il dibattimento era incentrato sugli interessi di Cosa nostra per i fondi europei destinati all'agricoltura, la cosiddetta mafia dei Pascoli dei Nebrodi che si reinventa. Invece di dare soltanto il via a faide per la gestione di un appezzamento di terreno, indossa giacca e cravatta e mette in piedi truffe milionarie ai danni dell'Unione Europea. Sul banco degli imputati esponenti di spicco del clan dei Batanesi e dei Bontempo Scavo. A dare il via all'inchiesta le denunce Giuseppe Antoci, ex Presidente del parco dei Nebrodi, che per primo aveva puntato il dito contro gli interessi dei clan messinesi sui fondi europei e che è stato anche vittima di un attentato. "Un segnale importante che arriva ai cittadini. Ai cittadini questo segnale serve a capire che ci si può fidare dello Stato. Una giustizia efficiente che riesce a portare avanti un maxiprocesso in soli 16 mesi e delle condanne esemplari che rimettono apposto una normalità che deve essere quella, intanto di fare il proprio dovere ogni giorni ed è quello che ho tentato di fare io nel mio incarico da Presidente del parco, ma penso che questo debba significare che ognuno lo debba fare in tutti i settori. Ritengo che nella vita ci siano vari modi per morire, uno è quello di poter morire in un attentato di mafia così come stava accadendo a me e quei valorosi uomini della mia scorta della Polizia di Stato che quella notte attraverso quel conflitto a fuoco mi hanno salvato la vita. E poi ce n'è un altro però modo di morire che è quello di alzarsi la mattina guardarsi allo specchio farsi la barba e sentirsi sporco. Ecco in quell'attentato sarei morto una volta sola, in quel modo ogni mattina sarei molto ogni giorno." Mafiosi e colletti bianchi a braccetto per accumulare e ridistribuire in maniera illecita fiumi di denaro che venivano poi investiti in aziende agricole, 17 delle quali adesso sono state confiscate. Sequestrati anche beni per oltre 4 milioni di euro, adesso le condanne arrivate dopo una camera di consiglio durata sette giorni.