La pioggia si alterna alle schiarite, lungo l'autostrada che collega le due principali città siciliane. E se, tra deviazioni e cantieri con eterni lavori in corso, il maltempo rallenta la già precaria viabilità, nei centri urbani acuisce le mai risolte emergenze di sempre. A Catania scuole, cimiteri e parchi sono rimasti chiusi per verificarne l'agibilità, dopo il temporale che ha colpito il versante orientale dell'isola. "Palazzetti dello sport distrutti, edifici pubblici particolarmente danneggiati, oltre a molte attività economiche che hanno subito danni certamente significativi. Ho chiesto lo stato d'emergenza al Presidente alla Regione, Nello Musumeci, nella speranza che lo Stato centrale possa dimostrare solidarietà concreta". Le forti piogge hanno trasformato le strade in torrenti e le piazze in laghi. Come spesso accade, sono bastati pochi minuti di intense precipitazioni a mandare in tilt una città penalizzata dalla sua posizione e conformazione, una sorta di catino in cui si riversa l'acqua proveniente dalla montagna, e dall'annosa questione di un efficiente sistema fognario di cui la città, ricostruita dopo l'eruzione del vulcano alla fine del 1600, non è mai stata dotata. Nonostante la manutenzione, assicurano dal comune, effettuata anche con questi speciali mezzi per aspirare la cenere vulcanica, anche stavolta i tombini non sono riusciti a drenare l'improvvisa ed enorme quantità d'acqua caduta sulla città. Le raffiche di vento hanno abbattuto tralicci della luce e sradicato alberi. Il giorno dopo i Vigili del Fuoco sono ancora al lavoro per rispondere alle numerose richieste e mettere in sicurezza gli edifici, in questo caso, dopo la caduta di alcune lamiere dal tetto. E quando ritornano le temperature tipiche della lunga estate siciliana, turisti e catanesi, in maniche corte, si fermano incuriositi ad osservare e fotografare i segni dell'ennesimo violento evento atmosferico.