Maltempo Romagna, viaggio tra le zone più colpite

02 giu 2023
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Non ha riaperto nulla a Sant'Agata sul Santerno uno dei paesi più colpiti dall'alluvione che ha travolto parte della Romagna. Le case sono state svuotate, gli arredamenti buttati, non ci sono più negozi, bar e forni. E il timore è che resterà così. "Qualche soldino che ci venga incontro perché se no qua non apre più nessuno. I tempi si stanno allungando molto e allungare molto i tempi vuol dire che diventerà un paese dormitorio". Ivano è il proprietario del bar edicola centrale luogo di ritrovo nella piazza del paese. La sua attività come tutte le altre è stata distrutta dalla furia dell'acqua e del fango la notte tra il 16 e 17 maggio quando è esondato il fiume vicino a Santerno. Si è salvato perché era al piano di sopra. Ore di angoscia. "Ha chiamato sua figlia alle 4:00 di mattina che stava piangendo che aveva detto che aveva rotto il fiume e il babbo non rispondeva. Siamo stati in ansia più di un'ora". Volontari, uomini e donne della Protezione Civile, lavorano da giorni in paese come i cittadini che chiedono solo di non vederlo morire. Un paese in ginocchio dove non tutto riaprirà. Questo forno è qui dal 1963, ci racconta Alessandra titolare con il marito del forno più antico di Sant'Agata, non riapriremo. "C'era il negozio con tutto il cartongesso, il banco l'abbiam trovato rivoltato, la vetrina si è sposata perché è arrivato un cassone della frutta dalla campagna e quindi noi dalla finestra di sopra dove abbiamo l'appartamento vedevamo un turbine di acqua che entrava, è andata dentro, ha sfondato la porta murata che c'è dietro al forno là in fondo, l'abbiam trovata sbalzata in cortile. Non siamo in grado di riaprire. Cioè €200.000 non ce li daranno mai. Far dei debiti... mio marito sono 40 anni che lavora". Nulla è come prima. Qui quasi tutti hanno perso l'auto e la difficoltà è anche riuscire ad andare a fare la spesa nei supermercati al di là del ponte. Viveri e beni di prima necessità vengono distribuiti nella scuola elementare del paese. Qui si distribuiscono anche i moduli per i risarcimenti e aiuti che si spera possano far tornare a vivere questo paese di quasi 3 mila abitanti che rischia ora di morire.

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