Nelle carte dell'inchiesta il primo video che racconta le violenze subite da Antonio Stano viene fatto risalire al 2012, ma potrebbero essercene addirittura di più datati. Gli investigatori li stanno cercando e se dovessero davvero saltar fuori si renderebbero particolarmente utili per la fase due delle indagini, che mirano ora a far luce sui silenzi che hanno circondato questa terribile vicenda, senza dei quali Antonio Stano forse sarebbe ancora vivo. Come è possibile, continuano a chiedersi gli investigatori e non solo loro a dire il vero, che questa vicenda emerga così tardi? Nonostante in molti a Manduria sapessero di quei video, per la maggior parte, peraltro, girati per strada in paese, la prima segnalazione alla polizia arriva soltanto il 14 marzo scorso mentre per una vera e propria denuncia dei vicini bisognerà attendere il 5 aprile. Un ritardo inquietante che non chiama in causa soltanto il vicinato dal momento che Antonio Stano era un soggetto particolarmente vulnerabile, bisognoso di assistenza. I legali degli otto indagati finiti in carcere, intanto, stanno valutando se ricorrere al riesame contro la decisione dei Gip. Gli stessi avvocati raccontano come l'impatto con la cella sia stato psicologicamente devastante soprattutto per i sei minorenni, rinchiusi da giovedì nell'Istituto Fornelli di Bari.