Marcello Dell'Utri domani tornerà ad essere un uomo libero. L'ex manager di Publitalia ha scontato, infatti, la condanna a 7 anni per concorso in associazione mafiosa, che gli era stata inflitta dopo anni di processo davanti ai giudici del tribunale di Palermo. L’ex braccio destro di Silvio Berlusconi, tra i fondatori di Forza Italia, è stato condannato perché ritenuto uomo vicino ai boss di Cosa Nostra ed anello di congiunzione tra la mafia e la politica. Subito dopo che la Cassazione aveva confermato, nel 2014, la condanna a 7 anni, Marcello Dell’Utri divenne latitante. Si nascondeva a Beirut, in Libano. Dopo essere stato fermato dalle autorità locali, venne estradato al termine di un braccio di ferro diplomatico tra il nostro Paese e quello dei cedri. Una volta giunto in Italia, è stato rinchiuso nel carcere di Parma. A causa delle sue precarie condizioni di salute, i suoi legali avevano più volte chiesto la sospensione della pena, che però non è mai arrivata. All’ex manager di Publitalia, però, sono stati concessi i domiciliari nella sua casa di Milano, dalla quale domani potrà uscire da uomo libero. Ma i guai giudiziari di Marcello Dell'Utri non sono ancora terminati. L'ex Senatore di Forza Italia, infatti, è imputato nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia. In primo grado è stato condannato a 12 anni di reclusione, “perché”, hanno scritto i giudici nelle motivazioni della sentenza, sarebbe stato il trait d'union tra i boss e il mondo politico. Il processo di secondo grado è tuttora in corso. Silvio Berlusconi, chiamato a testimoniare, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dell’Utri è sotto processo anche per il reato di sottrazione Di libri antichi davanti ai Tribunali di Napoli e Milano.