Per la procura di Palermo e per i Carabinieri si è sempre trattato di suicidio ma adesso i familiari del Maresciallo Antonino Lombardo dopo 27 anni hanno presentato in Procura un esposto, collegato a elementi che ritengono determinanti per omicidio. La morte del Maresciallo avvenne il 4 marzo del 95 il suo corpo ritrovato in un auto nel piazzale della caserma dei Carabinieri Bonsignore un colpo sparato alla tempia. Una lettera di addio che secondo i familiari non sarebbe stata scritta da lui ma da qualcuno che ha contraffatto la sua grafia e la pistola ben salda in mano. Il Maresciallo si occupava di delicatissime inchieste di mafia, si occupò anche di quelle relative alla cattura del Boss Totò Riina ma soprattutto stava per fare rientrar in Italia dagli Stati Uniti, dove era detenuto, il boss Tano Badalamenti per un confronto con il pentito Tommaso Buscetta. Secondo i familiari che non hanno mai creduto alla tesi del suicidio, si tratterebbe di omicidio e per dimostrarlo si sono affidati ad esperti di balistica e ad una criminalista, coordinati dall'Avvocato Alessandra Del Rio. Tanti gli elementi che non sarebbero compatibili con il suicidio secondo gli esperti. Primo fra tutti il proiettile che ha ucciso il Maresciallo. Secondo il Professor Gianfranco Bucci esperto di balistica l'arma utilizzata non sarebbe stata quella trovato tra le mani del Maresciallo ma una simile. A dimostrarlo i segni sul bossolo: "Sostanzialmente abbiamo due armi strettamente consorelle che comunque non sono la stessa arma". Il Maresciallo Lombardo sostengono i familiari, sarebbe stato ucciso perché aveva scoperto qualcosa che non doveva essere scoperto probabilmente anche cose relative alla strage in cui perse la vita il Giudice Paolo Borsellino, che con Lombardo aveva un rapporto speciale. "Per 27 anni l'Arma dei Carabinieri e la Procura di Palermo hanno coperto la verità sulla morte eccellente del Maresciallo Antonino Lombardo, cioè mio padre". Si tratta secondo voi di un depistaggio costruito ad arte? "Assolutamente Sì, assolutamente sì possiamo veramente dire che si tratta di un depistaggio che è avvenuto prima della morte il giorno della morte e dopo la morte. Lui in quel periodo era arrivato non che stava indagando ma era già arrivato alla verità sulla morte del Magistrato Paolo Borsellino". Adesso la parola passa alla Procura che dovrà decidere se aprire un'indagine per omicidio al momento contro ignoti.























