“Giusto il prezzo calmierato alle mascherine, ma bisognava farlo subito, non ha mercato in corso”. È la risposta di Federfarma al Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 Domenico Arcuri, che per il momento è irremovibile, il prezzo delle mascherine, 50 centesimi più IVA, non cambia. “Noi stessi - dice Marco Cossolo, Presidente nazionale di Federfarma – abbiamo chiesto il prezzo calmierato, ma era il 7 marzo, con tanto di lettera inviata al MISE e al Ministero della Salute”. Secondo i farmacisti se si tarda a prendere provvedimenti del genere le dinamiche del mercato prendono il sopravvento e le mascherine schizzano a 2 euro e oltre, semplicemente perché la domanda diventa troppo alta. In altri Paesi questo non è successo, in Francia - ed è solo un esempio - il prezzo è stato fissato a metà marzo. Si cerca intanto di ricucire lo strappo tra il commissario per l'emergenza, i farmacisti e i distributori di prodotti medici che in queste ore siedono tutti allo stesso tavolo, perché è evidente che con gli sviluppi della fase due, senza mascherine, ancora introvabili, non si può proprio rimanere. Il Governo assicura una produzione interna di 30 milioni di mascherine, a partire da agosto e il Ministro degli Esteri Luigi di Maio, Aggiunge: “Se dovessero mancare dalle aziende italiane le troveremo altrove”. Nel frattempo potrebbero aumentare i punti vendita in cui poterle acquistare, nelle tabaccherie ci saranno le confezioni da 20, come per le sigarette, i supermercati che ne hanno già vendute diciannove milioni, annunciano nuovi arrivi, persino cartolerie e ferramenta si sono fatte avanti. Il punto, però, rimane: dove sono le mascherine a prezzo politico?.