A 29 anni dall'omicidio del parroco anti clan, Don Peppe Diana, ucciso il 19 marzo del 1994, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sceglie di essere a Casal di Principe nella giornata per ricordare le vittime di mafia. Per lanciare un messaggio forte da un territorio che si è riscattato con l'impegno civile. Ai giovani dell'Istituto Tecnico Guido Carli dice: siate orgogliosi della vostra terra. "La cultura dell'antimafia, il rigetto dei metodi criminali si sono diffusi in modo straordinario, specialmente tra i giovani, spezzando le catene dell'omertà e della paura. Non dobbiamo smettere di vigilare, la criminalità organizzata è capace di vivere nascosta, pronta a rialzare la testa al minimo sintomo di cedimento". E nel nome di Don Diana e della lotta alla criminalità ricorda anche l'orribile uccisione dell'ultimo innocente a cui, sottolinea, è stato rubato il futuro. Francesco Pio Maimone,18 anni, gli hanno sparato al petto, lo hanno ucciso per caso dopo un litigio nella folla della movida. Altre tappe fondamentali della visita del Presidente sono la chiesa dove fu ammazzato Don Peppe Diana e la nuova cucina organizzata, cooperativa sociale nata in un bene confiscato ai clan. Emozione per un'intera comunità come sottolineano il Sindaco Renato Natale, in prima linea già dagli anni ottanta e Augusto di Meo, il testimone oculare dell'omicidio di Don Diana. "Ci siamo riscattati di questo male che è la Camorra qui a Casal di Principe ma bisogna ancora fare tanto perché bisogna essere sempre delle sentinelle dei nostri territori". "Mi sono sentito sotto il peso della responsabilità, la responsabilità poi di essere degni di queste cose che ci ha detto il Presidente, di essere veramente degni di quanto ci ha detto il Presente, di portare avanti questa eccezionalità".