"A Codogno c'è l'Italia della solidarietà e della civiltà. Oggi rappresentiamo ciò che unisce il Paese, da qui ripartiamo". Sergio Mattarella sceglie la piccola cittadina lodigiana da cui tutto è partito lo scorso 21 febbraio, quando venne identificato il paziente uno positivo al covid 19. Ad accoglierlo il Sindaco, il Presidente della Regione Fontana e una delegazione di volontari. È proprio da qui simbolicamente che il Presidente della Repubblica ha voluto celebrare la festa della Repubblica, la festa della rinascita come nel 1946. In questi luoghi si ritrova oggi la Repubblica. Da Codogno dove è iniziato il nostro percorso di sofferenza vogliamo ribadire i valori della Costituzione ricordando nuovamente i nostri concittadini morti per il coronavirus. Mattarella ha ringraziato tutti i sanitari che in questi mesi hanno lavorato senza sosta per salvare vite umane e con loro gli amministratori locali, regionali e del Governo. Il Presidente della Repubblica ha chiesto che venisse istituita una targa proprio nel cimitero di Codogno a memoria di tutte le vittime del covid 19. Quella è stata la seconda e ultima tappa della sua visita nella cittadina, "ma visiterò presto altre città gravemente colpite dal Covid" ha promesso il Capo dello Stato. Si è manifestato un patrimonio morale presente nel nostro Paese spesso sommerso che va esaltato, che va posto a frutto. È il sommerso del bene che va fatto affiorare, va fatto prevalere affinché caratterizzi in modo positivo la ricostruzione che attende la nostra società. "Il senso civico dell'Italia è stato d'esempio in tutta Europa" ha ricordato il Presidente della Repubblica, che ha sottolineato come questo ora debba essere il tempo dell'impegno, non delle polemiche e delle divisioni. L'arrivo del Presidente della Repubblica a Codogno è stato preceduto da una lunga serie di applausi delle tante persone che hanno sfidato il distanziamento sociale e sono scese in piazza per rendere omaggio a Sergio Mattarella. "Dobbiamo ripartire", il monito di Mattarella, "ma nessuno deve tirarsi indietro ora, ciascuno faccia la sua parte". Questo è il tempo dell'impegno che non lascia spazio a polemiche e distinzioni. Tutti siamo chiamati a lavorare per il nostro Paese, facendo a pieno il nostro dovere, ognuno per la sua parte.