Hanno vissuto l'inferno dei bombardamenti. Negli occhi c'è ancora tutta la paura e addosso i segni indelebili della guerra. Ma sono anche storie di salvezza; quelli dei 60 profughi palestinesi arrivati, all'alba nel porto di La Spezia, a bordo di Nave Vulcano. 18 sono bambini, 14 gravemente feriti a Gaza e soccorsi dai medici dell'ospedale allestito dalla difesa sull'unità di supporto della Marina Militare. "Un operazione che ha permesso di salvare tante persone, di curare tante persone soprattutto bambini vittime innocenti di una guerra di cui non sono responsabili e che non vogliono." Sono arrivati in Italia per essere sottoposti a interventi e terapie grazie al corridoio umanitario organizzato dal Governo, dopo i soccorsi ricevuti su una nave trasformata in un ospedale galleggiante. "Si possono fare interventi chirurgici, è pensata per la medicina di emergenza quindi ci sono capacità di rianimazione, terapia intensiva e poi via satellite, tutte le navi scambiano informazioni via satellite, possiamo anche fare consulti specialistici." Tra le ferite della guerra lo spazio per una bella notizia: fiocco rosa a bordo. "Ci siamo uniti, abbiamo assistito questa signora, era il suo terzo bambino, ha partorito naturalmente è stata una grande festa ed è nata Eli in Italia." Ad attendere i bambini con le loro famiglie una ventina di ambulanze per il trasferimento negli ospedali italiani: il Gaslini di Genova, al Meyer di Firenze, Pini e Buzzi di Milano, l'istituto Rizzoli di Bologna. Sul molo i volontari della Croce Rossa e Sant'Egidio per farli sentire a casa. "...che significa siete i benvenuti nella vostra casa, siete i benvenuti in Italia, pace, amicizia e amore.".