I dati del settore della ristorazione collettiva sono tra i più sconfortanti, tra quelli della crisi economica, innescata dal Covid. “La ripresa ci auspichiamo che sia trascinata e trainata, ad esempio, dal settore scolastico, dal settore ospedaliero. Certamente ci sarà ancora da soffrire e da stringere un po’ i denti”. La chiusura delle scuole a febbraio, lo smart working e la strage di anziani nelle RSA, hanno imposto in molti casi lo stop alle attività delle mense, con perdite che si aggirano intorno al 70%. Rimandare l'inizio delle scuole, come succede in molte regioni, a dopo elezioni ritarderà di un altro mese la ripartenza del settore, che dovrà affrontare anche i nuovi adempimenti, per garantire la sicurezza di lavoratori e alunni. “Garantire più turni, dobbiamo garantire pulizie e igienizzazione dei tavoli e delle sedie tra un turno e l’altro. Quindi abbiamo dovuto, in molti casi, incrementare le ore di lavoro necessarie per organizzare i servizi nuovi”. Un aumento che potrebbe far passare il costo medio del pasto da 4,8 euro a circa 6, e non è ancora chiaro se questo aggravio di spesa si riverserà sulle famiglie. Una nuova ondata di contagi è la minaccia peggiore per un settore che vede a rischio 68.000 posti di lavoro, su un totale di 96.000 dipendenti, nella grande maggioranza donne assunte a tempo indeterminato.