La cerchia dei fiancheggiatori del Boss Matteo Messina Denaro continua a sgretolarsi. I magistrati della Procura di Palermo continuano a lavorare sulla mole dei documenti sequestrati al boss dopo il suo arresto e su tutti i contatti che sono stati ritrovati sul telefono, per capire quante di queste persone fossero a conoscenza della vera identità di Andrea Bonafede. In manette con l'accusa di concorso in associazione mafiosa e falso ideologico è finito intanto Alfonso Tumbarello, il medico condotto di Campobello di Mazara. L'uomo, in pensione da pochi mesi, per almeno due anni avrebbe prescritto medicine ed esami al capomafia utilizzando le generalità del suo prestanome, Andrea Bonafede, finito in carcere pochi giorni dopo l'ex latitante. Ed anche un altro Andrea Bonafede è finito in carcere arrestato dai carabinieri del ROS, sarebbe stato il postino del padrino. Nella richiesta di arresto il procuratore aggiunto Paolo Guido sottolinea come il boss a Campobello abbia goduto di una fitta rete di connivenze e di omertà. In sostanza, per il magistrato in paese in tanti sapevano e nessuno ha parlato. Non ci sta il sindaco Giuseppe Castiglione, non è possibile dire che qui siamo tutti mafiosi. "La dichiarazione del procuratore mi ferisce nella qualità di rappresentante dell'intera comunità perché assolutamente non può essere generalizzata un'accusa così, per tutta l'intera città, che respinge, perché è doppiamente mortificata. Da un lato di apprendere che ci sono cittadini ritenuti onesti che si sono resi corresponsabili, dall'altro che in maniera così generalizzata vengano offese e generalizzate le accuse nei confronti di tutti i cittadini indistintamente." Il lavoro degli investigatori intanto prosegue a ritmo serrato.