Si concentra sull'analisi dei pizzini e delle agende trovate nei covi di Matteo Messina Denaro e in tasca al suo autista; l'attenzione degli investigatori che adesso stanno tracciando la mappa dei favoreggiatori del capo mafia di Castelvetrano. Nomi, cognomi e numeri di telefono annotati su agende e fogli di carta, ma anche all'interno dei telefoni sequestrati al ex latitante e al suo uomo di fiducia. Ma la lotta alla mafia non si ferma; i carabinieri del Comando Provinciale di Palermo infatti hanno arrestato sette persone affiliate la famiglia mafiosa di Mezzomonreale. Si tratta di fedelissimi di un altro boss, Bernardo Provenzano, ormai deceduto e che aveva lasciato il suo posto proprio a Messina Denaro. Gli arrestati intercettati dai carabinieri progettavano attentati ed estorsioni ma anche omicidi e parlavano di un fantomatico statuto della mafia redatto da quelli che chiamavano padri costituenti di Cosa nostra. Di questo però al momento non c'è traccia. Parlando tra di loro, però gli arrestati fanno riferimento ad un vero e proprio libro di regole con tanto di codici di comportamento, con tutti i più arcaici principi che dovevano essere rispettati. Il volume sarebbe tramandato da decenni. La lotta alla mafia dopo un arresto di Matteo Messina Denaro non è vinta ha sottolineato il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, volato a Palermo per congratularsi con i carabinieri. "Oggi sono state arrestate sette persone perché il giorno dopo, l'ora dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro le persone che l'hanno arrestato hanno continuato, hanno ripreso il loro lavoro; la lotta contro la criminalità organizzata e il loro servizio allo Stato. Io oggi sono venuto per ringraziarli non solo e non tanto per l'arresto di Matteo Messina Denaro sono venuto a ringraziarli per il lavoro che fanno ogni giorno." Intanto prosegue il lavoro di investigatori ed inquirenti; la ricostruzione della rete dei fiancheggiatori del Padrino di Castelvetrano è solo all'inizio.