Occhi, naso, bocca, espressione del viso e ancora segni particolari, se ce ne sono, nel volto. Sono questi gli elementi fondamentali necessari per ricostruire un identikit da parte della Polizia scientifica, si parte da un disegno, una foto sbiadita e poi grazie alle moderne tecnologie si arriva ad una descrizione il più possibile corrispondente alla persona che ci sta cercando. Il volto di un tempo del superlatitante Matteo Messina Denaro l'abbiamo visto per 30 anni, gli anni della sua latitanza. Attraverso la tecnica moderna dell'age progression, il processo di invecchiamento dei tratti somatici del volto di una persona, gli inquirenti sono arrivati ad una descrizione molto attuale del boss. Nonostante il software oggi offra una vastissima gamma di nasi, occhi, orecchie, capelli, forme del viso, il disegnatore di identikit è un tuffo nel passato, è un mestiere che nasce da lontano quando solo con un foglio e una matita si tratteggiavano i segni di un volto ricercato. "Cosa vuol dire identikit, vuol dire che una terza persona, cioè il disegnatore, interpreta collaborando insieme alla vittima per tracciare questo volto". I computer, precisa ancora Rossi, sono veloci ma non hanno ancora l'abilità psicologica di penetrare nella testa di un testimone. "C'è da tener presente un fattore, che è il fattore umano, bisogna fare attenzione a non dare in mano quella che è la nostra peculiarità, che è la peculiarità umana, all'intelligenza artificiale". Grazie alla sua matita sono stati incastrati decine e decine di ricercati e risolti casi estremamente complicati come quello della banda della Uno bianca.