"Non è persona per cui possiamo avere troppa pietà perché ne ha combinate tante, ha ammazzato tanto, ha ammazzato innocenti, il bimbo" "Secondo lei potrebbe pentirsi o comunque parlare." "Ma non credo, è un uomo duro, uno che ha sparso tanto sangue non credo che abbia voglia di parlare". Si commuove l'ex vescovo di Mazara del Vallo monsignor Mogavero, all'uscita della messa che ha celebrato nella prima domenica, dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, a Campobello di Mazara, il paesino di poco più di 11 mila abitanti dove gli investigatori stanno ricostruendo la rete di fiancheggiatori che ha aiutato il boss mafioso almeno nell'ultimo periodo della sua lunga latitanza. Il vescovo emerito che per primo ha detto no alla celebrazione dei funerali di un boss mafioso chiede coraggio a chi vive in queste terre, nei luoghi dove Matteo Messina Denaro ha mosso i primi passi nella criminalità organizzata e dove ha goduto di una forte rete di protezione secondo gli investigatori, qui sono stati trovati gli appartamenti dove ha vissuto in via San Giovanni e in via San Vito, dove sono stati rinvenuti i poster raffiguranti il Padrino, scontrini, documenti e biglietti aerei ora al vaglio degli inquirenti. Qui è stata ritrovata la sua auto, un Alfa Romeo Giulietta acquistata nel 2022 in una concessionaria di Palermo che il boss mafioso avrebbe comprato personalmente pagando in contanti. Il paese è presidiato dalle Forze dell'Ordine, risponde con una manifestazione indetta per celebrare l'arresto del superlatitante, non è la prima e non sarà l'ultima, dicono. Intanto RIS, Scientifica e Cacciatori Sicilia con Carabinieri e Polizia, continuano a lavorare nei siti posti sotto sequestro alla ricerca di altri indizi utili agli investigatori.