É stata individuata nel cortile davanti all'abitazione di Giovanni Luppino, l'autista di Matteo Messina Denaro per cui è stato disposto il carcere, la macchina che utilizzava il boss mafioso per i suoi spostamenti. Un'Alfa Romeo Giulietta intestata a Giuseppina Cicio la madre di Andrea Bonafede considerato il prestanome di Messina Denaro. Auto che il boss mafioso avrebbe acquistato in una concessionaria di Palermo, a gennaio del 2022, ritrovata di fronte allo stabile di via San Giovanni sequestrato e ispezionato dalla Polizia scientifica, considerato uno dei covi di Matteo Messina Denaro scandagliato anche con il georadar per identificare stanze segrete o altro sotto il pavimento, stabile attaccato alla casa di Luppino. La Scientifica ha effettuato i rilievi e gli accertamenti sull'auto prima di portarla via, l'appartamento di via San Giovanni è stato trovato vuoto e disabitato, secondo gli inquirenti è stata la casa del boss mafioso prima del trasferimento nella casa più piccola di via San Vito dove invece sono stati rinvenuti documenti, sigle, scontrini, biglietti aerei con varie destinazioni tra cui l'Inghilterra e il Sudamerica e diversi libri tra questi la biografia del Presidente russo Putin e i documenti dell'Alfa Romeo Giulietta che avrebbe utilizzato nell'ultimo anno. Indizi ora al vaglio degli investigatori come quei pizzini ritrovati addosso a Luppino che agli inquirenti ha detto di non conoscere la vera identità di Matteo Messina Denaro. Intanto è stato posto sotto sequestro e sono iniziate le perquisizioni anche l'appartamento di Andrea Bonafede che si trova accanto a quello della madre già sequestrato qualche giorno fa, dove hanno operato i RIS. Terminati invece i rilievi all'interno della palazzina dove vive Enrico Risalvato considerato vicino al boss mafioso dov'è stata trovata una stanza blindata dietro una parete, all'interno gioielli e scatole vuote. Tutti i tasselli di un puzzle che va componendosi in un arco di poche centinaia di metri, in paese di poco più di 11 mila abitanti, dove gli investigatori ora stanno ricostruendo la rete di fiancheggiatori che ha concesso ampia protezione al boss mafioso, almeno nell'ultimo periodo di latitanza, paesino vicinissimo a Castelvetrano città di origine dei Messina Denaro dove resta parte della sua famiglia anche chi lo ha rinnegato.