Nonostante il metaverso ancora non sia pronto, le aziende ci investono sempre di più. È quanto emerge dall'analisi del nuovo Osservatorio Realtà Aumentata e Metaverso della School of Management del Politecnico di Milano, che anticipa i risultati della ricerca integrale previsti per fine aprile. Parliamo di un ecosistema immersivo, composto da mondi virtuali interconnessi tra loro, in cui le persone possono non solo giocare, ma anche socializzare, lavorare, effettuare transazioni. Parlano da soli i dati che fanno il punto sulla prossima grande rivoluzione dell'interazione on-line in spazi virtuali. Sono 141 i mondi virtuali attualmente esistenti. Solo una parte è Metaverse Ready, cioè liberamente accessibile, persistente indipendentemente dalla presenza del soggetto, economicamente attivo, dotato di grafica 3D e interoperabile, cioè in grado di scambiare e utilizzare informazioni. Parliamo del 44% del totale, 62 piattaforme. Mentre il 33% è Open World, il gradino sotto, senza elementi in grado di supportare l'interoperabilità. Il 19% appartiene alla categoria Focused World, i cui progetti sono focalizzati in un settore specifico. E il 4% alla categoria Showrooming World, le vetrine virtuali. Anche se i numeri dicono che il metaverso ancora non c'è, le aziende stanno mostrando forte interesse per i mondi virtuali. L'Osservatorio ha censito ben 308 progetti internazionali e realizzati in 220 aziende a livello globale, il 30% nel settore Retail, il 30% nell'Entertainment, il 17% nell'IT. E poi il 9% nel Finance e il 5% nel Food&Beverage. In futuro il metaverso potrà supportare addirittura i processi industriali attraverso la simulazione delle attività e della progettazione. Per il momento i numeri sembrano ancora dire: nessuna aspettativa di ritorni immediati, siamo nella fase della pianificazione strategica, che va iniziata ora.